Dopo tanto parlare mi sembra ormai ovvio che questa crisi metta semplicemente in chiaro come questo sistema economico sia sulla lunga fallimentare, soprattutto se si vogliono rispettare i più basilari diritti dell’uomo e sostenere le forme più semplici di welfare. La soluzione può quindi venire, secondo me, da un cambiamento radicale del mercato, cioè fondamentalmente di noi consumatori, o di come c’hanno resi consumatori, tornando forse ad essere persone che hanno determinati bisogni reali e non inventati dal consumismo.
Per prima cosa smettiamola di comprare cose inutili, ma che tanto costano poco: cosa ce ne facciamo dell’ennesima tovaglia made in china (o come si trova più spesso made in prc, che sempre cina è…), anche se costa solo 2 euro? Non conviene forse tenersi quei 2 euro, che sommati ad altri 2 euro diventa 4, poi 6 e così via, per poi investirli in qualcosa di più utile?
Cerchiamo di fare una spesa più critica. Facciamo una proiezione della settimana, programmando ogni pasto, e vediamo cosa effettivamente ci manca per completare la settimana, senza naturalmente entrare nella psicosi che non si può cambiare il programma perché così è stabilito!Sinceramente mi sembra folle che con il cibo che si butta in Italia si possa sfamare l’intera Spagna.
Preferiamo prodotti locali, scegliendo se possibile quelli a km 0, meglio ancora se venduti direttamente dal produttore. Ci risparmiate voi, perché non c’è il prezzo del mediatore, ci guadagna il produttore locale perché può permettersi di vendere i propri prodotti ad un prezzo umano. Inoltre si è più sicuri, perché poi se il responsabile è solo uno, puoi star certo che non se la rischia a venderti un prodotto di cui non è sicuro al 100%.
Cambiamo i nostri accessori solo quando ne abbiamo bisogno, e non perché è uscito il modello più fashion e moderno. Leggi telefoni, computer, telvisore, etc etc.
Usa più mezzi pubblici, più bici e vai a piedi. Spenderai meno in benzina, inquinerai di meno, metterai un auto in meno in strade troppo trafficate. Meno benzina si usa più ce n’è a disposizione per chi ne ha bisogno per lavorare (dalle macchine agricole agli autotrasportatori). Forse se cala la domanda calano anche i prezzi (almeno così dicono le leggi del mercato).
Chiedi sempre la ricevuta, perché conviene a te. Fai fare il vaccino al tuo gatto? Senza fattura ti costa 10 euro in meno, ma prenditi le tue garanzie. Oltre al fatto che quei 10 euro li spenderai certamente in servizi, se non di più, che dovranno mettere a pagamento per le tasse evase anche per colpa della tua ricevuta mancata, pensa che se il vaccino dovesse far male al tuo gatto non potrai neanche denunciare il fatto, perché quel vaccino non è mai stato fatto. Sei sicuro che ti convenga?
Cerca, quando ti è possibile, di comprare quanto viene prodotto nei Paesi in cui sei sicuro son rispettati tutti i fondamentali diritti dei lavoratori. Come puoi lamentarti se chiude una fabbrica in Italia, se nessuno compra i prodotti made in Italy perché costano di più? La colpa non è del governo, ma dei consumatori, cioè noi, che pur di risparmiare 5 euro preferiamo comprare qualcosa che è stato prodotto sfruttando i lavoratori e con materie prime di dubbia provenienza.
E infine, compriamo qualcosa solo se ce lo possiamo permettere. Stop ai finanziamenti per le cose superflue (c’è già il mutuo per la casa!). Non ci ritroveremo ad avere mille conti da pagare ogni mese. E se anche ci prendiamo un telefono da 80 euro (già un esagerazione per me…), alla fine che ce ne facciamo dello smartphone e dell’iphone? Non parliamo dell’ipad…l’oggetto più inutile che sia mai stato creato…
Saranno ovvietà, ma francamente mi pare che se cambiamo noi si risolve gran parte del problema. È vero che continuano ad assillarci dicendoci che dobbiamo favorire i consumi per far ripartire l’economia, ma sono convinta che un normale mercato sano sia meglio di un grande mercato gonfiato, che può crollare da un momento all’altro.